Quando il calcio è poesia
Non è un modo di dire. Non vogliamo parlare di campioni sudamericani maestri del dribbling. Vogliamo proprio riportare due splendide poesie di Umberto Saba, dedicate al calcio. Emozioni scritte in punta di penna, con garbo, tatto e tanto sentimento.
Umberto Saba è stato un grande poeta e scrittore Friulano, che ha vissuto in prima persona entrambe le guerre mondiali. Le sue parole rappresentano lo spirito di un tempo forse passato, ma che si può ancora ritrovare in ogni campo di calcio con qualche bambino ed un pallone.
Goal
Il portiere caduto alla difesa
Ultima vana, contro terra cela
La faccia, a non veder l’amara luce.
Il compagno in ginocchio che l’induce,
con parole e con mano, a rilevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.
La folla – unita ebbrezza – par trabocchi
nel campo. Intorno al vincitore stanno,
al suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questo belli,
a quanti l’odio consuma e l’amore
è dato, sotto il cielo, di vedere.
Presso la rete inviolata il portiere
– l’altro – è rimasto. Ma non la sua anima,
con la persona vi è rimasta sola.
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda da lontano.
Della festa – egli dice – anch’io son parte.
Tre momenti
Di corsa usciti a mezzo il campo, date
prima il saluto alle tribune.
Poi, quello che nasce poi,
che all’altra parte rivolgete, a quella
che più nera si accalca, non è cosa
da dirsi, non è cosa ch’abbia un nome.
Il portiere su e giù cammina come sentinella.
Il pericolo lontano è ancora.
Ma se in un nembo s’avvicina, oh allora
una giovane fiera si accovaccia
e all’erta spia.
Festa è nell’aria, festa in ogni via.
Se per poco, che importa?
Nessuna offesa varcava la porta,
s’incrociavano grida ch’eran razzi.
La vostra gloria, undici ragazzi,
come un fiume d’amore orna Trieste.
Il calcio non è solo uno sport popolare
Con queste poesie di Umberto Saba vogliamo dimostrare come il calcio non sia solo uno sport popolare. Gli atteggiamenti snob di molti intellettuali o presunti tali nei confronti di uno sport “dove 22 persone in calzoncini corrono dietro ad un pallone”, indica proprio il limite di queste persone. Se avessero mai provato, fin da piccoli, l’emozione di calciare un pallone insieme agli amici, di correre a perdifiato per andare a “giocare” con il pallone, di non vedere l’ora di fare una partita fra amici, allora il loro atteggiamento sarebbe completamente diverso.
Il torneo internazionale giovanile Gallini Cup permette proprio di assaporare queste emozioni. Il pensiero di misurarsi con ragazzi provenienti da mezzo mondo, con società blasonate dai colori delle maglie che, da soli, mettono soggezione e provocano emozioni, non li fa dormire di notte. E questa emozione è amore, perché solo quando cresceranno e proveranno le prime “pene” di amore, solo allora torneranno a non dormire di notte. E se non è poesia questa…